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Photo: Albin Hillert/CEC

Photo: Albin Hillert/CEC

Se il movimento #MeToo può essere stato di tendenza sui social network negli ultimi mesi, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) si è apertamente dichiarato contrario all’abuso sessuale e a qualsiasi altra forma di violenza contro le donne da diversi decenni.

Il CEC sta rilanciando la sua campagna “Thursdays in Black”, esortando donne e uomini ad unirsi al movimento e prendere posizione contro una cultura che consente che avvengano stupri e violenze sessuali.

La campagna è stata originariamente ispirata da gruppi esistenti di donne, quali le “Madri di Plaza de Mayo” argentine, che rimanevano in piedi fuori dal palazzo presidenziale di Buenos Aires ogni giovedì esigendo di sapere quanto accaduto ai loro bambini “scomparsi” sotto la precedente dittatura militare.

O ad esempio i gruppi “Donne in Nero”, che hanno cominciato con proteste silenziose in Israele e Palestina per poi diffondersi in altri paesi di conflitto, come il Ruanda durante il genocidio e la Bosnia durante la guerra nei Balcani.

O ancora prima di questi due movimenti, quello del Black Sash, un movimento di donne bianche che protestavano contro la violenza delle politiche dell’apartheid in Sud Africa.

Nel 1990, il CEC ha tenuto un Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne, mettendo in risalto gli sforzi di coloro che resistono a ogni genere di violenza, incluso l’uso dello stupro come arma di guerra.

 

*Philippa Hitchen is a Vatican-based journalist.

 

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